Nicola la manna

Da ViscianoPedia.

Nicola La Manna è stato un importante medico nato Napoli 7 febbraio 1913 di origini Viscianesi

Biografia

Nicola La Manna nacque a Napoli 7 febbraio 1913, da Aniello e da Maria Candida Lieto che da Visciano si erano trasferiti a Napoli dove gestivano una fabbrica di cera in Via S. Giuseppe dei Ruffi (una traversa di Via Duomo). Primo di sei figli, dopo le scuole elementari, venne avviato al ginnasio-liceo “Garibaldi” di Napoli che frequentò con profitto; quindi, dopo la Licenza Liceale classica si iscrisse all’Università Federiciana in Medicina e Chirurgia, dove l’8 novembre del 1938 consegui con il massimo dei voti la Laurea in Medicina e chirurgia. Dopo la Laurea, il La Manna iniziò una carriera brillantissima specializzandosi in Microbiologia; venne assunto, dal 1940 in qualità di Assistente, e, quindi, di Aiuto presso i Laboratori di Chimica e Microscopia clinica presso gli Ospedali Riuniti di Napoli dove rimase in servizio fino al 30 giugno 1953. Nel contempo frequentava l’istituto di Microbiologia dell’università degli Studi di Napoli, dove l’1 settembre 1952, con decreto del Ministero della P.I. conseguì la libera docenza in Microbiologia. Nicola La Manna dall’ 1 novembre 1953 venne nominato Primario di ruolo del Laboratorio Analisi Ospedali “Ascalesi” e “S. Gennaro” di Napoli dove rimase fino al febbraio 1983. Nel frattempo, il 21 giugno 1962, convolò a giuste nozze con la leggiadra signorina Rosa Chiarolanza, in Assisi, la città di S. Francesco e S. Chiara. Da questa felice unione nacquero due figli: Aniello nel 1963 e Giovanni nel 1964. Con deliberazione dello gennaio 1956 assunse la Direzione del Centro trasfusionale degli Ospedali riuniti di Napoli dove fondò anche una Banca del sangue. Collocato a riposo l’1 gennaio 1983 e nominato Primario emerito degli OO.RR. di Napoli concluse il suo luminoso curricolo lavorativo lasciando un ricordo indelebile negli allievi, collaboratori, colleghi e dirigenti. Purtroppo il professore La Manna non ebbe la gioia di una lunga quiescenza; difatti dopo una dolorosa malattia, il 1° settembre 1985 cessò di vivere presso l’ospedale Caldarelli di Napoli, lasciando costernati la dolcissima moglie, signora Rosa, i suoi amatissimi figli, Nello e Giovanni, e nel rimpianto il mondo accademico, la classe medica napoletana, i collaboratori e Colleghi e tutti i viscianesi, che ne hanno apprezzato le preclari doti di uomo, di cristiano e di professionista integerrimo.

UOMO che ha messo a servizio del prossimo le sue molteplici virtù umane con eroico altruismo, anteponendo sempre gli interessi degli altri a quelli della sua persona e dei suoi affetti.

CRISTIANO che, anche in ambienti e contesti sociali avversi alle sue profonde convinzioni religiose, ha manifestato sempre, con esemplare dignità, ammirevole coerenza coi dettami del Vangelo di Cristo, dando lezioni di tenace e cosciente testimonianza di Fede.

PROFESSIONISTA che, nel vivere la sua missione - così soleva chiamare la professione medica - ha rispettato la sacralità del dolore, sacrificando, fino all’incredibile, tutte te sue energie infondendo nei suoi pazienti conforto, speranza e fede in Dio. Il Cardinale Corrado Ursi che corse a visitarlo pochi giorni prima della dipartita, ha sintetizzato l’espressione della sua stima e della sua ammirazione col dire che era un vero medico, un medico santo.

Tratto dal libro di Fioravante Meo: "VISCIANO (paese in cammino....)