Parrocchia Santa Maria Assunta in Cielo

Da ViscianoPedia.
Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo Visciano

la Parrocchia Santa Maria Assunta in Cielo è una chiesa sita in via Armando Diaz, a Visciano

Note Storiche

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Abati della Parocchia

Parrocchia Santa Maria Assunta in Cielo è l’antico titolo della unica Parrocchia di Visciano (NA) che dal 1308 e fino al 1739, sorgeva fuori dal centro abitato, dove ora si trova il Santuario Basilica Maria SS. Consolatrice del Carpinello, esattamente sopra la Cripta. Per desiderio dei Vescovi di Nola, nel 1729 si iniziò la costruzione della nuova Chiesa nel centro storico sulla antica Cappella dedicata a S. Nicola da Bari che si trova nella visita pastorale del 1553, da Don Nicolò Migliaccio De Angelis, napoletano. Nel 1742, il 6 giugno diviene << secolare ed insigne Collegiata>> con bolla del Papa Benedetto XIV, con 8 CANONICI. Il Remondini parla di questa chiesa: ricca di marmi, di affreschi, e di tele. Nella chiesa c’erano due cripte: una all’ingresso per la sepoltura dei sacerdoti e Canonici; l’altra nel presbiterio: per la sepoltura degli Abati: dove furono sepolti l’Abate Niccòlo De Angelis, fondatore della Chiesa, Sebastiano Ferrante, grande benefattore, l’ultimo abate sepolto è stato Don Luigi Montanaro. Forse l’Abate Solimando venne sepolto nella cripta all’ingresso della chiesa; si suppone che le ossa ivi ritrovate siano sue e sono state riposte nella cripta degli abati. Il campanile ha una altezza di metri 20 con 5 campane, situato nella sinistra della chiesa che costeggia Via San Michele del Carso. Sappiamo che prima dell’anno 1739, era alto circa 36 metri e che la sua altezza è stata portata ai 20 metri attuali nella ricostruzione avvenuta nel 1826 perché gravemente lesionato a causa del terremoto del 1815. Il 16 agosto 1914 Padre Arturo D'Onofrio, fondatore dei Missionari e delle Piccole Apostole della Divina Redenzione, ricevette il S. Battesimo dall'Abate Beniamino Bemardo. Qui celebrò la sua 1° Messa il 30 aprile 1938, era Abate Benardo Schiacchettano. Fino al 1929, con l'Abate Beniamino Benardo, si sono susseguiti Abati del luogo Il Vescovo Mons. Binni il 2 gennaio 1971, affidò la Parrocchia ai Missionari della Divina Redenzione. Ultimo Abate diocesano è stato, Don Nicola Nappi, di Liveri (na). Il primo Parroco della Congregazione dei Missionari: Padre Enzo Gallo, deceduto il 2006 Col terremoto del 23 novembre del 1980, la Chiesa divenne inagibile e la comunità si trasferì al Santuario - Basilica Santa Maria consolatrice del Capinello. Nel restaurarla, si cercò di riportarla quasi completamente allo stato originale. I lavori furono affidati all'Ing. Giordano Giuseppe e all'Arch. Rivelimi Nunzia. I lavori vennero eseguiti dalla Ditta De Stefano Barbato. Venne riaperta al culto il 27 marzo 1988 da S. E. Mons. Costanzo.

Planimetria della Parocchia

Note Artistiche

L’altare, rivolto presso il popolo, nella ricostruzione post terremoto del 23 novembre 1980 sono stati utilizzati i marmi di due altari del vecchio Santuario, donati da Padre Arturo D’Onofrio, fondatore della Piccola Opera della Divina Redenzione e assemblati dal Prof. Mario Marone. Cristo morto in legno scolpito dalla Ditta Stuflesser di Ortisei e benedetto da Padre Arturo D’Onofrio il 3 Marzo 1996, fondatore della Piccola Opera della Divina redenzione. Il Battistero: di marmo mischio di Visciano risale al 1700. Il bassorilievo in bronzo è stato realizzato dal Prof. Mario Marone e inaugurato il 27 marzo 1988, vuole ricordare i Sacramenti che sgorgano dalla redenzione. Vetrate: sono state realizzate dalla ditta Rizzo di Milano su disegno del Prof. Mario Marone. I grandi ovali rappresentano i 4 Evangelisti con 4 Simboli ai bordi:

  • le spighe, simbolo dell’Eucaristia;
  • le nocciole ricordano la raccolta principale di queste zone;
  • l’ancora simbolo della speranza;
  • il pavone simbolo dell’immortalità.

Via Crucis in bronzo opera del Prof. Silvio Olivo benedetta il 8 febbraio 1989. Modello unico All’ingresso ai due lati si possono ammirare le due acquasantiere semplici ma belle Tamburo Tamburo allestito il 7 maggio 1989 I marmi della piccola balaustra e dell’ambone sono quelli che già erano presenti nella Chiesa, sono stati recuperati da quelli rimasti intatti dopo il terremoto del 23 novembre 1982, la loro composizione è opera del Prof. Mario Marone. Confessionile donato da Mons. Tramma, Vescovo di Nola e restaurato il 28/4/1991 dal Sig. Benardo Raffaele di Visciano. Il portone d’ingresso fatto di castagno realizzato sul disegno dell’ Arch. Pivellini di Napoli dà alla facciata un aspetto solenne. Interno: a pianta centrale, ottagonale, marmi policromi. Troneggia l’altare intarsiato dell’epoca, realizzato forse dai Camaldolesi con marmo locale. Non essendoci più il coro, l’altare è stato portato vicino all’abside. Al centro dell’abside: il monogramma di Maria. In alto ai lati: la barca simbolo della chiesa: la moltiplicazione dei pani, simbolo dell’Eucarestia . Le due tele sulla botte, il presbiterio: natività di Maria Vergine e adorazione dei Magi, del N. Cacciapuoti 1764; Dio Padre che incorona Maria Regina, di autore ignoto . Lateralmente all’altare: incoronazione di Maria, del G. Guarino; Battesimo di Gesù, autore ignoto . Nella parete d’ingresso: piccola vetrata col monogramma di Maria. Le Statue in legno ; S. Antonio, L’Immacolata, Santa Filomena, Madonna del Carmine, S. Gaetano, S. Alfonso, S. Ciro, S. Giuseppe a mezzobusto. Precedentemente appartenevano a famiglie nobili di Visciano. A lato dell’altare della Madonna del Carmine: Reliquiario. L’organo di 740 canne, è stato costruito dalla Ditta Continiello di Monteverde. Gli altari laterali, di marmo intarsiato, sono del tempo della Chiesa. Invece in via Diaz, ove sorge la Sacrestia, c’era la Cappella di S. Nicola fino al 1729, mentre sulla sinistra del portone d’ingresso, in via M. Grappa, c’era il palazzo del Barone Ferrante.